Home Dai Comuni Montoro,la Curia di Salerno ha commissariato l’Arciconfraternita per “eccessiva solidarietà”

Montoro,la Curia di Salerno ha commissariato l’Arciconfraternita per “eccessiva solidarietà”

Montoro. “Se l’aver aiutato economicamente una bambina o gli abitanti di Amatrice, se l’aver constatato irregolarità di Bilancio o disatteso obblighi, giuridicamente infondati, sono gravi motivi per deporre un Consiglio direttivo, allora voglio essere tacciato di essere disubbidiente” è l’amaro sfogo di Nicola Montone, l’ex priore di un’Arciconfraternita salernitana, quella di Montoro, contro la Curia di Salerno, retta dall’Arcivescovo Luigi Moretti. E in questa storia il detto ‘Predica bene e razzola male c’è tutto’. E il paradosso è che la Curia di Salerno ha commissariato un’Arciconfraternita per eccessiva … solidarietà e trasparenza.

Il delegato arcivescovile alle confraternite di Salerno, Francesco Sessa, ha inviato ieri al direttivo del Santissimo Sacramento Piano-Parrelle-Preturo di Montoro la lettera con la quale si dispone il commissariamento, nominando un proprio commissario. Ma l’atto, arrivato alla fine di un ‘lungo e imbarazzante battibecco’ ha spinto l’ex Priore a diffondere una lunga lettera nella quale si denunciano le contraddizioni della Curia, retta dall’arcivescovo Luigi Moretti che il 17 gennaio scorso ha provveduto a nominare il commissario per gestire l’Arciconfraternita dei ‘disubbidienti della solidarietà’. Nicola Montone, un laico che insieme ad altre quattro persone, è stato nominato priore nel luglio del 2015 e racconta i dissapori e le contraddizioni di una Chiesa che dovrebbe essere sinonimo di carità cristiana e trasparenza. E invece è stata proprio la solidarietà che l’ente ecclesiastico ha, in oltre un anno fatto attraverso iniziative e donazioni, a far ‘scattare’ il commissariamento. “’Fate quello che dico, non fate quello che faccio’. Mai detto fu così vero – scrive l’ex Priore dell’Arciconfraternita del Santissimo Sacramento Piano-Parrelle-Preturo -. Nel luglio del 2015 quando ho accettato molto volentieri questo incarico insieme ad altre quattro persone, non immaginavo con chi effettivamente avrei avuto a che fare”. Il primo atto è quello di guardare i bilanci e i documenti lasciati dal predecessore, un commissario, e quello che Montone scopre lo lascia allibito: “Il mio predecessore aveva preferito pagare migliaia di euro in parcelle all’avvocato (ovviamente anch’esso scelto dalla curia) piuttosto che pagare le bollette tanto che i contatori della Chiesa e del Cimitero erano stati staccati. Il bilancio non quadrava, c’erano addirittura bollette riscosse e mai registrate. Avevano perfino provveduto a modificare qualche voce per far si che i conti alla fine tornassero.

Quel bilancio, durante la mia presidenza, non ha mai avuto l’approvazione dell’assemblea generale”. E allora invece di fare chiarezza arrivano le prime contestazioni dalla Curia: “Mi è stata contestata questa ‘non approvazione’ del bilancio, in quanto lo stesso (a detta di illustri avvocati, esperti di diritto canonico) andava discusso e approvato dal direttivo e non dall’assemblea generale. Peccato però che l’art. 19 dello Statuto delle Confraternite afferma che ‘Il Consiglio redige annualmente il bilancio consuntivo e preventivo contenente tutte le partite ordinarie e straordinarie dell’assemblea da sottoporre all’approvazione dell’Assemblea dei Soci’”. I primi problemi sono nati lì, ma a poi sono arrivati i dissapori sulle iniziative di volontariato e solidarietà messe in campo dall’Arciconfraternita. “Dopo il violento terremoto che aveva colpito Amatrice e cittadine vicine, ho contattato il nostro padre spirituale, Francesco Massa, per riferirgli l’intenzione di alcune associazioni del territorio di organizzare un evento per aiutare I terremotati. Il padre spirituale ha declinato l’invito dicendo di non essere interessato a tale tipo di manifestazione”. Ma se il Padre spirituale non è interessato alla manifestazione di beneficenza la Curia vuole sapere altro, dei soldi: “Mi hanno chiesto spiegazioni sul chi era il responsabile della manifestazione, chi gestiva i soldi, nelle mani di chi sarebbero giunti e io le ho fornite. All’organizzazione della serata non erano interessati, all’aspetto economico si!” dice Montone. A far andare su tutte le furie la Curia salernitana, invece, la decisione di devolvere dei soldi a due famiglie, tanto che nella lettera in cui si annuncia il commissariamento si imputa al direttivo di non aver sospeso la delibera di solidarietà: “Il primo dicembre la convocazione dell’assemblea del direttivo aveva all’ordine del giorno, tra l’altro, lo stanziamento di massimo 500 euro sia per una bambina che doveva essere sottoposta a Roma ad un ciclo di chemio, sia per una famiglia di un confratello bisognoso. A maggioranza, si approvò tale punto. Tuttavia, due dei cinque consiglieri mi intimarono, con minaccia di denuncia alla procura, di chiedere parere alla curia prima di stanziare entrambe le somme. Il parere fu chiesto. Data, tuttavia, l’urgenza, si decise di stanziare comunque i soldi per la bambina. Nel caso in cui la Curia avesse dato parere negativo, Antonio Celentano, Lorenzo Basile, Michele Parrella ed io, tutti appartenenti al direttivo, avremmo restituito alle casse della Congrega i 500 euro. Com’e’ andata a finire? La risposta della Curia non e’ ancora arrivata” ha spiegato l’ex Priore.

E infine l’ultimo atto della diatriba è stato il tentativo da parte della Curia di fermare un’assemblea nella quale si doveva discutere dei lavori da fare nel cimitero di Montoro, in parte gestito dall’Arciconfraternita. “Il 20 gennaio il coordinatore mi ha notificato il provvedimento di commissariamento della congrega per disubbedienza – dice amareggiato Montone -. Se l’aver aiutato economicamente una bambina o gli abitanti di Amatrice, se l’aver constatato irregolarità di Bilancio o disatteso obblighi, giuridicamente infondati, sono gravi motivi per deporre un Consiglio direttivo, allora voglio essere disubbidiente. E dico a tutti ‘Fate solo quello che dicono in Chiesa, dall’altare, non fate quello che fanno!’ conclude Montone.