Home Editoriale Pranzi di natale: quali sono le abitudini partenopee

Pranzi di natale: quali sono le abitudini partenopee

La Campania è una delle regione italiane che ha fama di essere buona forchetta. E oggi in previsione del natale, i napoletani, i casertani, gli avellinesi, un po’i campani in generale, stanno già preparandosi per affrontare cene e pranzi tipiche delle festività natalizie. Sicuramente fa da padrone sul tavolo dei napoletani il pesce: vongole, cozze, calamari, gamberi, sono solo alcuni dei prodotti ittici che si acquistano per imbandire la tavola natalizia. Non a caso infatti, a Napoli sono per la maggioranza intenditori di pesce, in molti muniti infatti di canna da pesca o muta da sub, esplorano i fondali per una pesca a regola d’arte.

Ma tornando ai preparativi in cucina, Napoli è davvero completa a 360 gradi, poiché si parte dall’antipasto e si finisce al dolce, con un bottone dei pantaloni che quasi rischia di scoppiare.

Antipasto e primi di natale a Napoli: pesce a tutta forza

L’antipasto per antonomasia sulle tavole dei napoletani è sicuramente dato da prosciutto e mozzarella, affiancati da una bruschetta di pane e pomodori. Ma di certo, per cominciare la maratona mangiatoria a tutta forza, le cene di natale si aprono con un antipasto fatto di insalata di mare, acciughe marinate, e per i più chic cocktail di gamberi. Al centro tavola poi non mancano fritturine varie come crocchette di patate e pizzettine (alias le zeppoline) nonché cubetti di pizza di scarole.

Il menu prosegue con il famosissimo spaghetto a vongole, o anche il pacchero ai frutti di mare. Per rimanere nella tradizione, il giorno 26 dicembre è doverosa la preparazione della minestra maritata a base di verdure varie (verza, scarole) e carne di pollo maiale e manzo. C’è chi come variante ci mette la polpettina di carne (una tradizione questa seguita anche a pasqua).

Il giorno di natale (25) è invece un must fare pasta al forno, che sia pasticcio di pasta, cannelloni o lasagne, il tutto rigorosamente imbottito con le classiche polpettine fritte.

Natale napoletano: i secondi piatti

Pare di aver elencato già un menu saziante, eppure a Napoli non si fermano qui. Tra una risata, una battuta a doppio senso e le mamme ai fornelli, si prosegue la cena (durante la vigilia) e i pranzi successivi con i secondi piatti. Di base, la sera della vigilia abbiamo soprattutto il fritto di pesce, misto tra gamberi, calamari, alici e triglie. Accompagnate magari da un bel piatto di lattuga all’insalata condita rigorosamente con limone.

Al pranzo di natale invece il secondo piatto per antonomasia è dato dalla carne contenuta nel ragù con cui è stata condita la pasta (anche quella al forno). Altrimenti non ci si scoraggia, e la nonna mette al forno il capretto con patate e piselli. Tutto cotto doverosamente insieme.

E per finire il pranzo: i dolci di natale

Lo stomaco ormai dà segni di cedimento, ma al dolce nessuno rinuncia. Tra un bicchiere di vino e uno di coca cola (che secondo qualcuno aiuta a digerire) i napoletani si conservano l’angolo di spazio per il dessert. Si parte dalla cassata siciliana, dai rococò e i mustaccioli, per poi passare al classico dolce partenopeo tipico natalizio: gli struffoli.

Per chi ha ancora lo stomaco OK, i dolci vengono preceduti dalla frutta secca come mandorle, pistacchi, semi di zucca essiccati o nocciole. Accanto ciò poi c’è anche il dattero candito e il fico secco. E per finire ovviamente spumante e panettone.