Avellino – Francesco Todisco, del partito democratico di Avellino, sostenitore del No, commenta così la vittoria schiacciante degli italiani. “Abbiamo lottato. Giorno per giorno. Paese per paese. In una comunità divisa Nel nostro partito diviso. Abbiamo detto fin dall’inizio che ci saremmo trovati di fronte a una forzatura operata dal Presidente del Consiglio dei ministri e dal Segretario nazionale del Pd. Da Matteo Renzi.
Una forzatura sbagliata che ha portato la materia più delicata della nostra democrazia, la Costituzione, nella polemica politica. Una scommessa, andata male, giocata sulle regole che garantiscono la nostra democrazia. Un errore clamoroso. Un atto irresponsabile. Ci siamo sforzati di riportare il dibattito sul merito della riforma.
Abbiamo espresso il nostro giudizio, abbiamo rilevato errori, limiti, bugie. Ma più di tutto abbiamo individuato in questa riforma un’aggressione alla politica come essenza della democrazia. Un attacco alla rappresentanza, all’idea che la politica non sia fatta da un relazione fra qualche capo e milioni di individui, ma da individui che escono dalle loro solitudini e si riconoscono in “parti” organizzate intorno a un’idea di società.
Parti, collettivi, partiti che si confrontano nella garanzia delle regole della nostra Costituzione. Potrei ripetervi tutti i limiti della riforma che è stata bocciata, ma il senso che stava lì dentro è stato provare a rendere la politica più debole, il suo potere più debole rispetto agli altri poteri: la finanza, la tecnica e così via. Una politica che cede il passo alla governabilità purché sia. Il tentativo di slegare il governo dalla rappresentanza. È stata la bocciatura dell’idea che con la nostra Costituzione si possa giocare con tale rozzezza.
È il più alto patrimonio ideale che ci tiene insieme. Altro che “accozzaglie“. Tante distanze, tante diversità che continueranno a confrontarsi e a competere si riconoscono in questo straordinario tessuto di regole. Quel tessuto che ha fatto uscire il nostro Paese da tante crisi civili, economiche, sociali. Sono orgoglioso dei miei compagni. Di tutti quelli che ci hanno messo passione e intelligenza politica in questa campagna referendaria. Non è stato facile. Hanno provato a farci sentire ospiti sgraditi a casa nostra. C’abbiamo messo coraggio e sentiamo di aver fatto il nostro dovere.
Con le nostre parole, le nostre idee, i nostri sentimenti. Senza guardare a opportunità politiche. Abbiamo dato voce a tanti iscritti ed elettori del Partito democratico e del centrosinistra che non hanno compreso questa forzatura. Abbiamo lavorato perché si sentissero pienamente a casa. Il 5 dicembre sarebbe arrivato, l’abbiamo detto sin dall’inizio. Siamo felici e orgogliosi. E sappiamo che questo è tempo di responsabilità per il Paese, per il Pd. Ora, tocca alla politica.
È stato un errore confondere la stabilità di governo con la questione costituzionale. Ora, tocca alle regole della nostra Costituzione (come accaduto sempre nella nostra storia repubblicana) dare spazio alla politica. Abbiamo la testa alla nostra parte perché possa ricostruirsi un Pd e un centrosinistra lontano da quello che ha costruito Renzi. Lo faremo coi tanti compagni che hanno votato con noi “no” e con tanti compagni che con sincerità e nobiltà di intenti hanno creduto in questa riforma.
Resta più difficile comprendere la scelta di chi ha votato “si” a una riforma di cui ha denunciato limiti e mediocrità. In politica le battaglia si fanno, anche a rischio di perderle, con la convinzione e la dignità delle proprie idee. Di tutto questo ragioneremo con la testa e il cuore a rappresentare la nostra parte, a rendere il Pd quella forza umile e necessaria alla guida di un centrosinistra all’altezza dei bisogni del Paese. Felici per la battaglia fatta; responsabili verso il destino del nostro Paese. Orgogliosi per l’impegno e la passione dei nostri compagni. Senza di loro la politica sarebbe più povera”.