Home Politica Pd Avellino, congresso entro la fine dell’estate per evitare ulteriori divisioni

Pd Avellino, congresso entro la fine dell’estate per evitare ulteriori divisioni

Avellino – Il congresso del partito democratico della provincia di Avellino si terrà prima della fine dell’estate 2017, questo è stato deciso dal direttorio del Pd stamane a Napoli alla presenza della segretaria Regionale l’Onorevole Assunta Tartaglione che insieme ai parlamentari irpini Famiglietti e Paris, l’ex Senatore De Luca e la presidente del consiglio regionale Rosetta D’Amelio, ha cercato di mettere un punto di chiarezza sulla vicenda congresso provinciale.

Da quasi un anno e mezzo il partito in Irpinia è senza segretario provinciale, senza squadra politica e sopratutto senza una chiara linea politica e amministrativa, e questo ha determinato profonde divisioni e lacerazioni tra i dem, partito praticamente paralizzato perché da troppo tempo non è chiaro chi detta linea dagli uffici di via Tagliamento. L’assenza di una guida si è del tutto palesata durante la formazione e la prestazione delle liste per le amministrative nei vari comuni al voto, in modo particolare ad Atripalda dove il candidato a Sindaco di Rosetta D’Amelio, l’ormai già ex consigliere provinciale Luigi Tuccia non solo non ha trovato l’appoggio del direttorio per una sua eventuale candidatura a Sindaco , ma all’ultimo minuto ha dovuto rinunciare alla sua candidatura anche come consigliere comunale perdendo il seggio conquistato a Palazzo Caracciolo lo scorso novembre risultando il più votato nella lista di partito.

Non solo Atripalda, da quanto sembra anche a Solofra e Capriglia Irpinia il partito si sia diviso vistosamente. Urge presto un vero e partecipato congresso, fatto di idee, contenuti, progetti e proposte serie per il territorio irpino , un congresso vero insomma, basato su un idea seria di partito che metta da parte i pacchetti di tessere e le competizioni interne, occorre mettere al primo l’Irpinia e gli Irpini, prima che avvenga non solo l’implosione del partito, ma la fuga degli elettori verso Grillo e i movimenti populisti di destra.